Come Out And Play (2012) – Trailer e recensione

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Come out and play è un film horror messicano del 2012,  scritto e diretto da un regista conosciuto come Makinov.

Valido remakedello spietato “Ma come si può uccidere un bambino?” del 1976, Come out and play è un thriller ben fatto e angosciante.

Ma chi è il regista, conosciuto come Makinov? A circondare di mistero questa pellicola è proprio la figura di un certo Makinov. Si tratta dello pseudonimo di un individuo mascherato che, oltre ad essere il regista del film, ne scrive la sceneggiatura, lo produce e si occupa di fotografia, montaggio e musiche. Questo personaggio incappucciato, non è mai apparso pubblicamente e si dice che non abbia mai mostrato il volto neanche al cast durante le riprese.

Makinov è sicuramente riuscito a far parlare di sé e inevitabilmente anche del suo film, grazie all’aura di mistero che lo ha circondato e anche grazie a una serie di inquietanti manifesti proiettati al Toronto Film Festival. Questo è stato il suo primo e ancora unico film e non è ancora chiaro se sia un genio, un folle criminale oppure se sia soltanto una trovata commerciale, ma sicuramente è un personaggio da tenere d’occhio.

Ma passiamo alla trama di Come out and play. Una giovane coppia decide di trascorrere qualche giorno di vacanza in una piccola e tranquilla isola messicana. Al loro arrivo, i due sono accolti da un gruppo di bambini e da un silenzio irreale. Hotel, bar e case sono inspiegabilmente deserti e ben presto capiscono che gli (apparentemente) innocui ragazzini sono gli unici abitanti dell’isola e che gli adulti sono stati selvaggiamente uccisi dai loro stessi figli.

Se ti sembra una trama in parte già vista, forse è perché avrai letto la nostra recensione di Children of the corn, nel quale i cattivi sono proprio i bambini.

La recensione di Come out and play

La tensione è ben dosata e riesce anche a suscitare qualche brivido grazie ai vasti spazi deserti alternati a lunghi e stretti corridoi. La colonna sonora è assolutamente adeguata e, insieme all’ottima regia, rende la pellicola ancora più angosciante.

Le scene violente non vengono quasi mai mostrate direttamente, ma non per questo appaiono mano brutali, visto che a compierle sono prevalentemente dei bambini. Inoltre, una fotografia dai colori caldi e le immagini chiare e nitide fanno apparire le azioni a cui assistiamo ancora più sconcertanti.

Purtroppo l’eccessiva semplicità della sceneggiatura, soprattutto nella parte centrale, e la troppo breve durata, sicuramente ridimensionano un film che, anche se godibile, avrebbe potuto ottenere maggior successo. Il finale spietato, però, riscatta molte delle precedenti lacune. Inquietante alla Stephen King e disarmante alla George Romero.

Ecco allora il trailer del film.

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